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Baccalà mantecato: tradizione veneziana dal sapore delicato

Curiosità culinarie, Ricette e Sapori Di 20 giugno 2025 Tags:, , , , , , Nessun commento

Il baccalà mantecato è uno dei piatti simbolo della cucina veneziana: una ricetta semplice e ricca di storia, nata dal sapiente uso dello stoccafisso, cioè il merluzzo essiccato al vento, importato dai mari del Nord.

Le origini del baccalà mantecato

Nonostante il nome, il vero protagonista della ricetta è lo stoccafisso, essiccato naturalmente all’aria, che si differenzia dal baccalà salato. Lo stoccafisso venne introdotto in Italia dai mercanti veneziani dopo un naufragio alle isole Lofoten in Norvegia nel 1432. Da allora, grazie alla lunga conservabilità e al sapore unico, lo stoccafisso è diventato parte integrante della cucina veneta, dando vita a piatti tradizionali come il baccalà mantecato.

Come si prepara questa ricetta?

La preparazione del baccalà mantecato richiede pochi ingredienti ma molta passione, attenzione e pazienza, per ottenere la giusta cremosità:

Ingredienti principali:

  • 500 g di stoccafisso ammollato

  • 1 spicchio d’aglio (facoltativo) o un po’ di olio evo aromatizzato all’aglio

  • Olio di semi di girasole

  • Sale e pepe

  • Latte tiepido (opzionale)

  • Prezzemolo per guarnire

Metodo:

  1. Ammollo: lo stoccafisso secco va ammollato in acqua fredda per almeno 2-3 giorni, cambiando l’acqua frequentemente.

  2. Cottura: si lessa in acqua con due foglie di alloro e alcune fettine di limone, oppure nel latte, per circa 20-30 minuti, finché risulta morbido e si sfalda facilmente.

  3. Pulizia: si eliminano pelle e lische, tenendo solo la polpa in una terrina.

  4. Mantecare: tradizionalmente, la polpa veniva lavorata a lungo a mano, con un cucchiaio di legno o una frusta, in una terrina. Oggi con una planetaria si fa mantecare, versando l’olio a filo fino a ottenere una crema morbida e spumosa. Alcuni chef aggiungono della maionese fatta in casa per renderlo più cremoso e leggero. A piacere si può aggiungere un filo di latte tiepido per ammorbidire la consistenza e dargli volume.

  5. Servizio: si serve su fette o triangoli di polenta abbrustolita in padella o sulla piastra. Ottimo sul pane tostato come antipasto o cicchetto con l’aperitivo.

  6. Decorazione: per abbellire e dare profumo si può aggiungere timo fresco, o della scorzetta di limone o delle fettine di olive taggiasche denocciolate.

Curiosità e creatività

Il baccalà mantecato è ancora oggi un vanto della cucina lagunare, presente in ogni Bacaro veneziano e celebrato nelle sagre locali. Questo piatto unisce storia, tradizione, semplicità e gusto inconfondibile. Quando ben eseguita, questa ricetta è una vera raffinatezza che si abbina perfettamente a vini bianchi, sia fermi che frizzanti.  I turisti da tutto il mondo e anche chi è abituato a gustarlo lo apprezzano per la sua bontà. Oggigiorno gli chef più creativi hanno sperimentato nuovi abbinamenti per servirlo con altri ingredienti elaborati valorizzandolo come piatto gourmet. Per esempio, è ottimo accompagnato da petali di cipolla di Tropea affumicata al barbecue, oppure da avocado fresco, menta e lime.

Varianti

Lo stoccafisso è un prodotto eccezionale da lavorare che può essere trasformato in varie ricette veneziane e italiane. Per ottimizzare il lavoro in cucina, mantenendo la qualità e il gusto autentico del pesce pescato, Iceberg propone diverse tipologie di Baccalà pronto.

E voi avete qualche ricetta speciale con lo stoccafisso?

Per ulteriori informazioni, contattateci al numero 0422-752551 o scriveteci a marketing@icebergitalia.it. Saremo lieti di rispondervi.

Baccalà mantecato: tradizione veneziana dal sapore delicato
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Tecnica dell’affumicatura degli alimenti: un antico metodo di conservazione

Curiosità culinarie, Ricette e Sapori Di 9 giugno 2025 Tags:, , , Nessun commento

L’affumicatura degli alimenti è un’antica tecnica di conservazione che ha attraversato i secoli, evolvendosi e mantenendo intatto il suo fascino grazie alla sua efficacia e al suo impatto sensoriale. Nata dall’esigenza di prolungare la durata degli alimenti in un’epoca priva di refrigerazione, questa pratica si è trasformata nel tempo in una vera e propria arte culinaria, capace di conferire ai cibi aromi intensi, note complesse e un’identità unica.

In Europa si utilizzava l’ontano, ma oggi si prediligono legni come la quercia e il faggio. Il fumo arricchisce i prodotti lavorati trasferendo le essenze e i profumi del legno impiegato. Se comunemente si pensa al pesce e alla carne, anche formaggi e verdure vengono affumicati sin dall’antichità.

Le origini dell’affumicatura

Le prime tracce dell’affumicatura risalgono alla preistoria, quando l’uomo scoprì che esporre carne e pesce al fumo del fuoco ne rallentava il deterioramento. Nei secoli, la tecnica si è diffusa in tutto il mondo, assumendo forme diverse a seconda delle culture: dai salmoni affumicati dei popoli nordici, ai salumi stagionati delle zone appenniniche italiane, fino al pesce essiccato e affumicato delle cucine asiatiche.

Come avviene l’affumicatura?

L’affumicatura consiste nell’esporre gli alimenti al fumo generato dalla combustione lenta di legni non resinosi come faggio, quercia, rovere, ciliegio o melo. Le sostanze aromatiche sprigionate dal fumo penetrano nella superficie degli alimenti, contribuendo non solo alla conservazione, ma anche alla formazione di un gusto caratteristico e persistente.

Tecnica dell’affumicatura degli alimenti: un antico metodo di conservazione
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Arrosticini di ovino abruzzesi: Il gusto autentico della tradizione

Curiosità culinarie, Novità Di 22 maggio 2025 Tags:, , , , , , Nessun commento

Se parliamo dell’Abruzzo, e della sua cucina si pensa subito agli arrosticini. Veri protagonisti delle tavole locali, questi piccoli spiedini di carne ovina sono diventati un’icona della cucina abruzzese e un must per chi cerca autenticità e sapore. Da oggi, puoi portarli nel tuo locale con tutta la loro genuinità, offrendo ai tuoi clienti un prodotto che sa raccontare una storia di territorio, qualità e passione.

Il fiore all’occhiello della tradizione

Gli arrosticini artigianali che proponiamo sono realizzati a mano, secondo la ricetta tradizionale, utilizzando carne ovina di alta qualità. Sono il frutto di un sapere antico, tramandato da generazioni: un prodotto che parla di pascoli, aria pulita e lavorazioni lente e artigianali. La carne ovina include agnello, pecora e montone. In particolare, il termine “pecora” si riferisce, in senso stretto, alla femmina adulta dell’animale, a conferma della cura con cui selezioniamo le materie prime.

Naturali, teneri e sfiziosi

La semplicità è la loro forza: solo carne ovina tagliata a coltello e infilata a mano su spiedini in legno di bambù. Nessun additivo, nessun compromesso. Solo gusto autentico e una consistenza tenera che si scioglie in bocca. Grazie alla qualità della materia prima e alla lavorazione attenta, questi spiedini mantengono un colore roseo, un aroma invitante e un sapore delicato. Ideali per grigliate all’aperto, aperitivi rustici o come piatto principale, gli arrosticini sono perfetti per arricchire il tuo menù con una proposta sfiziosa e versatile. Teneri, succosi e irresistibili in particolare se serviti caldissimi, magari accompagnati da un calice di buon vino.

Un’esperienza da proporre ai tuoi clienti

Gli arrosticini non sono solo un piatto: sono un’esperienza. Offrirli nel tuo ristorante, agriturismo o durante un evento all’aperto significa dare valore al cliente con un prodotto tipico, facilmente riconoscibile e apprezzato da tutti. Puoi servirli come piatto principale o come finger food da passeggio, ideali per menù a tema regionale, catering o eventi street food. Il loro profumo alla brace, il formato pratico e la possibilità di mangiarli senza posate li rendono perfetti per occasioni informali e social.

Scegliere gli arrosticini Tornese significa affidarsi a una famiglia che, da tre generazioni, valorizza la carne ovina abruzzese con serietà e competenza.

Pratici da conservare e pronti da cucinare

I nostri arrosticini confezionati sono disponibili in cartoni da 5 confezioni da 1 kg, ciascuna contenente 45 spiedini pronti da cuocere. Una soluzione pratica e versatile per ristoranti, agriturismi e locali che vogliono ottimizzare i tempi in cucina senza rinunciare all’autenticità. Grazie al confezionamento intelligente, potrai conservare il prodotto con facilità e utilizzarlo secondo le esigenze del tuo servizio.

Per esaltare davvero il gusto autentico degli arrosticini, il consiglio è uno solo: fornacella o griglia rovente, pochi minuti per lato e il gioco è fatto. Il profumo che si sprigiona è irresistibile, un invito a tavola che nessuno può ignorare.
Vuoi aggiungere un tocco gourmet? Prova a marinare la carne con olio extravergine d’oliva, timo e rosmarino fresco: bastano pochi ingredienti per trasformare ogni spiedino in un piccolo capolavoro. E se hai la fortuna di cuocerli su carbone naturale, preparati a una vera esplosione di sapore.
Niente barbecue? Nessun problema: anche una bistecchiera in ghisa saprà regalarti ottimi risultati, crosticina perfetta compresa.
Il tocco finale? Un pizzico di sale, un calice di vino a piacere e… servili bollenti, perché gli arrosticini, come le emozioni vere, vanno vissuti sul momento.

In Iceberg li trovi tra le carni ovine: ARROSTICINI

Se desiderate ulteriori informazioni, non esitate a contattarci allo 0422-752551 o a scriverci all’indirizzo email marketing@icebergitalia.it. Saremo lieti di rispondervi.

Buona grigliata!

Arrosticini di ovino abruzzesi: Il gusto autentico della tradizione
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Dal mar di Norvegia alla tua cucina: scopri i filetti di scorfano rosso.

Novità, Terra e Mare Di 8 maggio 2025 Tags:, , , Nessun commento

Lo scorfano rosso atlantico Sebastes norvegicus è un pesce della famiglia degli Scorpaenidae che vive nelle acque fredde e limpide dell’Oceano Atlantico, nella zona FAO 27, tra la Norvegia e l’Islanda. È molto apprezzato nella cucina di mare per la compattezza delle sue carni bianche, il sapore caratteristico e raffinato. La sua livrea rosso brillante è inconfondibile e, unita alla consistenza soda delle carni, lo rende un ingrediente ideale per ricette ricche di gusto.

Dove vengono Pescati?

Questa specie vive generalmente a profondità comprese tra i 250 e i 300 metri, ma può essere trovata anche a batimetrie inferiori. Viene pescata principalmente al largo delle coste del Nord Europa.

È presente anche a ovest, nelle acque della Groenlandia e a nord del Canada, dal Labrador fino al New Jersey; a est, dal Mar Bianco (a nord della Russia) fino allo Skagerrak (a nord della Danimarca) e nell’Oceano Artico. La pesca avviene con reti da traino, utilizzando metodi sostenibili e controllati che garantiscono un prodotto tracciabile e di altissima qualità.

Versatilità in cucina

I filetti di scorfano rosso sono perfetti per molteplici preparazioni, dai piatti semplici a quelli più complessi e raffinati: ottimi arrostiti, al forno, al vapore o in guazzetto con pomodorini e olive. Eccellenti anche nelle zuppe di mare o saltati in padella con un filo d’olio, succo di agrumi e menta fresca. La polpa del pesce rimane soda anche dopo la cottura, garantendo una consistenza piacevole al palato e un’ottima resa.

Dal mar di Norvegia alla tua cucina: scopri i filetti di scorfano rosso.
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Gli asparagi bianchi sono arrivati: è primavera!

Curiosità culinarie, Novità Di 23 aprile 2025 Tags:, , , , , Nessun commento

Gli asparagi appartengono alla famiglia delle Liliaceae e si distinguono tra loro soprattutto per l’aspetto, il sapore e il tipo di coltivazione. Il termine “asparago” deriva dal greco aspharagos, che significa “germoglio” e identifica sia l’intera pianta che i singoli germogli. La pianta è dotata di rizomi, i fusti che crescono sotto terra formando un reticolo; da essi si diramano i turioni, che sono la parte commestibile della pianta.

Asparagi bianchi: versatilità e vantaggi del surgelato in iqf

Gli asparagi bianchi sono un ingrediente pregiato e distintivo della cucina italiana, apprezzati per il loro sapore delicato e la loro consistenza morbida. Sono diffusi soprattutto nel Nord Italia, e in particolare in Veneto, anche se sono iniziate coltivazioni in altre regioni.

I più famosi, quelli bianchi sono i seguenti: l’asparago bianco di Zambana De.Co., l’asparago bianco di Cimadolmo IGP, l’asparago bianco di Badoere IGP, il nobile asparago bianco di Verona, l’asparago bianco di Bassano del Grappa DOP (dal 2007), l’asparago bianco di Cantello. Questi ortaggi primaverili sono protagonisti di numerose ricette raffinate e tradizionali.

In cucina

Grazie alla loro versatilità, questi ortaggi si prestano a molteplici preparazioni culinarie. Possono essere gustati semplicemente lessati e conditi con burro fuso e formaggio grattugiato, oppure accompagnati da uova e salse delicate, come la classica salsa bolzanina. Sono perfetti per arricchire risotti cremosi, vellutate e persino piatti di pesce, dove il loro sapore si armonizza con delicatezza.

Gli asparagi bianchi sono arrivati: è primavera!
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Tartare-manzo-stile-moderno

Filet Mignon bovino Red&White

Curiosità culinarie, Novità Di 15 aprile 2025 Tags:, , , , Nessun commento

Il filetto di manzo è considerato la parte più nobile di tutti i tagli di carne di manzo. Si ricava dalla parte situata sotto la lombata nella zona interna vicina ai reni, che gli conferisce un elevato valore gastronomico. La sua prelibata carne, molto tenera, succosa e priva di nervi, viene usata per preparare ricette tradizionali, raffinate e moderne.
Oggi parliamo del filet mignon fresco e ricavato da bovini al pascolo che grazie all’alimentazione con erba e fieno assume un sapore naturale e intenso, chiaramente differente rispetto a quello dei bovini alimentati solo a grano. La gastronomia francese divide il filetto di manzo in tre sezioni: “Chateaubriand” la parte più larga, “Tournedos” la parte centrale e “Filet Mignon” quella finale, più stretta.

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Il Capretto per Pasqua: Tradizione, Storia e usi in cucina

Novità, Ricette e Sapori Di 10 aprile 2025 Tags:, , , , Nessun commento

La Pasqua è una delle festività più significative per la tradizione cristiana e, come molte celebrazioni religiose, porta con sé una ricca tradizione gastronomica. Tra i piatti simbolo di questa festa, soprattutto in Italia, spicca il capretto, protagonista di numerose ricette regionali.

Il capretto nella nostra tradizione

Il capretto è il piccolo della capra, solitamente macellato tra i 30 e i 60 giorni di vita. A differenza dell’agnello, che è il piccolo della pecora, la carne del capretto è più magra e dal sapore più delicato. Si distingue in “capretto da latte” e “capretto adulto“: quello da latte è un esemplare che si nutre esclusivamente di latte materno e viene allevato fino a un peso di 4-8 kg in un periodo che va dalle 4 alle 6 settimane.

La sua carne dal color rosa pallido ha una consistenza morbida e una grana fine. Molto simile alla carne di agnello da cui si differenzia e viene spesso preferita in particolare per l’odore meno intenso e il sapore più delicato. La carne di capretto è diffusa e consumata in tutta l’area Mediterranea, specialmente nelle regioni ove è diffusa la pastorizia e per lo più in occasione delle Festività Pasquali tra marzo e aprile e anche nel periodo estivo per ferragosto in particolare nel meridione d’Italia. Il capretto, insieme all’uovo e alla colomba, è simbolo della Pasqua nella nostra tradizione con una storia secolare. Storicamente il capretto e l’agnello sono simbolo della liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù egiziana, attraverso il suo sacrificio.

Il Capretto per Pasqua: Tradizione, Storia e usi in cucina
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Il Lardo di colonnata di “Pata negra”: conosci questa specialità?

Curiosità culinarie, Ricette e Sapori Di 26 marzo 2025 Tags:, , , , Nessun commento

Il lardo è il prodotto della salagione, aromatizzazione e stagionatura dello strato di grasso che si trova appena sotto la cute del maiale. Questo taglio grasso del maiale si preleva dal collo, dal dorso e dalla parte alta dei fianchi dell’animale. C’è chi lo ama o lo odia, ma il lardo è una delle specialità più succulente della cucina italiana. Tra i più buoni al mondo, ci sono il lardo di Colonnata e quello di Arnad. Questo salume viene stagionato insaporendolo con sale, erbe e spezie. Il risultato è morbido e delicato, si scioglie in bocca.

La Tradizione di Colonnata 

Il più conosciuto è probabilmente il lardo di Colonnata che, per il suo gusto unico e la sua delicatezza, ha reso famosa la località toscana da cui prende nome. Un altro tipo è il lardo di Arnad che, a differenza del precedente, viene stagionato in vasche di legno e insaporito con aromi come ginepro, alloro, noce moscata, salvia e rosmarino.

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La Stagionatura in Conca di Marmo

Il processo di stagionatura in conca di marmo segue un metodo tradizionale toscano, utilizzato per il celebre lardo di Colonnata. Le lastre di marmo permettono una maturazione lenta e uniforme, esaltando le caratteristiche del grasso senza alterarne la struttura. Durante la stagionatura, che dura diversi mesi, il lardo viene massaggiato con una miscela di sale marino, spezie, erbe aromatiche e aglio, che ne arricchiscono il profilo gustativo.

Storia e usi in cucina

Anticamente il lardo veniva consumato più frequentemente, perché la povertà dei contadini non gli permetteva di accedere all’olio d’oliva, il cui costo era molto elevato. Oggi il lardo in cucina si usa in preparazioni particolari, realizzate in specifici periodi dell’anno e quotidiane, per insaporire zuppe di ceci o fagioli, risotti o minestre di verdura.

Inoltre, molte sono le possibilità offerte dalla nostra gastronomia per valorizzare il lardo; dai crostini al lardo, ottimi per aprire un pranzo o per il brunch, ai contorni con patate al lardo e formaggio, ai primi piatti saporiti e calorici, dai famosi Agnolotti alla Piemontese, ai Tortelloni Senesi, alle lenticchie alla abruzzese.

Si potrebbe proseguire a lungo, passando ai secondi piatti di carne: un vitello alla marchigiana o anche un gustoso spezzatino di manzo marinato con le erbe cotte. Si abbina in molte preparazioni con la polenta, sia morbida che arrostita alla piastra e tagliata a fette.
Ideale, tagliato sottile, per avvolgere grissini al sesamo o gamberoni sgusciati da cuocere sotto il grill in forno o alla salamandra.

L’origine del Suino Pata Negra

Il suino iberico, noto per la sua carne marezzata e il sapore intenso, viene allevato allo stato brado nelle dehesas della Spagna. Si tratta di un ecosistema derivato dal bosco mediterraneo, costituito da querce, lecci, sugheri e faggi, con uno strato erboso dove i suini si nutrono prevalentemente di ghiande. Questa alimentazione contribuisce a conferire al grasso un’aromaticità straordinaria e una ricchezza di acidi grassi insaturi, simili a quelli dell’olio extravergine d’oliva.

Caratteristiche e degustazione

Il Lardo di Suino Pata Negra si presenta con una texture vellutata e un gusto inconfondibile, in cui si fondono note dolci e leggermente speziate. Possiamo dire che si scioglie al palato, tagliato sottile, ed è ideale per diverse preparazioni:

  • A fettine sottili su pane caldo: leggermente tostato per gustarne la purezza e la cremosità.
  • Abbinato a formaggi stagionati: servito con miele e frutta secca, per un contrasto di sapori raffinato.
  • Come ingrediente per insaporire primi piatti e arrosti: grazie alla sua capacità di fondere e avvolgere gli altri ingredienti con la sua untuosità.

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    Antipasto-tradizionale-con-salumi-polenta-funghi-porcini

Gastronomia

Il Lardo di Suino Pata Negra stagionato in conca di marmo è un prodotto di alta gastronomia, che esprime al meglio l’incontro tra culture culinarie diverse. Perfetto per gli intenditori e per chi cerca sapori autentici, rappresenta un’esperienza sensoriale senza eguali, da scoprire fetta dopo fetta.
In Iceberg trovi il Lardo di Pata Negra toscano stagionato in conca di marmo seguendo la tradizione.

Per informazioni, contattaci allo 0422 752551 o scrivi a info@icebergitalia.it

 

 

Il Lardo di colonnata di “Pata negra”: conosci questa specialità?
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Costata, Fiorentina e Porterhouse: differenze tra i grandi tagli di carne

Curiosità culinarie, Novità Di 21 marzo 2025 Tags:, , , , Nessun commento

Quando si parla di tagli di carne pregiati, tre nomi emergono tra i professionisti della ristorazione e gli appassionati di griglia e barbecue: costata, fiorentina e porterhouse. Ma quali sono le reali differenze tra questi tagli? Scopriamolo insieme.

La costata: il classico regno del sapore e della marezzatura

La costata è un taglio che proviene dalla parte anteriore della lombata del bovino, situata nella zona centrale della schiena. La sua caratteristica principale è la presenza dell’osso a forma di arco e una generosa marezzatura, ovvero la distribuzione del grasso all’interno della carne, che conferisce sapore e tenerezza. Questo dettaglio rende la costata particolarmente succulenta e saporita, ideale per chi ama una carne tenera ma con una spiccata sapidità. Non include il filetto e, rispetto alla fiorentina, ha una consistenza leggermente più soda e un gusto deciso grazie alla maggiore infiltrazione di grasso.

Caratteristiche principali:

  • Parte anatomica: parte anteriore della lombata
  • Presenza dell’osso
  • Marezzatura evidente, che conferisce morbidezza e sapore intenso
  • Cottura consigliata: alla griglia o alla brace, preferibilmente con cottura al sangue o media per esaltare i succhi. Ottima anche alla piastra.

La Fiorentina: il taglio iconico della tradizione toscana

Costata, Fiorentina e Porterhouse: differenze tra i grandi tagli di carne
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Le Frittelle Veneziane: Storia e Tradizione del Carnevale

Curiosità culinarie, Ricette e Sapori Di 24 febbraio 2025 Tags:, , , , Nessun commento

Le frittelle veneziane, conosciute anche come Fritole, sono uno dei dolci simbolo del Carnevale di Venezia. Queste deliziose palline di pasta fritta, morbide e profumate, affondano le loro radici nel passato della Serenissima e ancora oggi sono protagoniste delle tavole veneziane e anche di molte regioni. Scopriamo insieme la loro storia, le varianti più diffuse e il loro posto nella tradizione contemporanea.

Origini e Storia delle Frittelle Veneziane

La storia delle Fritole risale almeno al XVI secolo, quando la Repubblica di Venezia era all’apice della sua potenza. Si trattava di un dolce così popolare che, per un lungo tempo, venne considerato il dolce nazionale della Serenissima.

Le prime tracce scritte di questa ricetta si trovano nel “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino, cuoco del Quattrocento, e successivamente in testi del Cinquecento, tra cui le opere di Bartolomeo Scappi, cuoco personale di Papi e nobili. Le frittelle venivano preparate nelle calli veneziane dai cosiddetti “Fritoleri”, artigiani specializzati nella preparazione di questo dolce, che spesso tramandavano il mestiere di padre in figlio.

Varianti delle Frittelle Veneziane

Con il tempo, la ricetta ha subito variazioni, adattandosi ai gusti e alle influenze gastronomiche di diverse epoche e regioni. Oggi esistono diverse versioni delle Fritole:

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