stampa

L’attraente racconto dei pomodorini italiani: San Marzano, Re Umberto e Piennolo del Vesuvio

La piante di pomodori e di pomodorini vennero portate in Italia dall’America Centrale verso gli anni finali del 1500. Inizialmente si racconta che in Spagna avesse solo un valore ornamentale e successivamente venne scoperta la ricchezza alimentare di questa coltivazione che si diffuse nell’area Mediterranea.

Si tramanda attraverso la tradizione orale che il primo seme di pomodoro venne donato dal Regno del Perù al Regno di Napoli intorno al 1770 e che venne seminato nel comune di San Marzano.
Ecco che il merito va alle popolazioni che hanno coltivato e saputo conservare per se stessi e per le generazioni future con impegno e amore questo bene prezioso che ha trovato fertilità nei terreni vulcanici ricchi di minerali.

Le testimonianze più recenti attestano che solo nel 1902 si ha la prova certa della presenza tra San Marzano e Sarno e Nocera della famosa pianta che verso l’inizio del 1900 era chiamata anche “oro rosso” per il valore economico che quel gioiello era riuscito ad assumere per i coltivatori del territorio Agro Sarnese-Nocerino.


Il San Marzano

Oggi il pomodoro San Marzano è riconosciuto in tutto il mondo per le sue qualità che sono apprezzate sia da fresco in insalata che trasformato nel famoso “pelato”. Una serie di fattori tra cui il clima, il terreno estremamente fertile e la sapienza degli agricoltori hanno contribuito al suo successo nel mondo portandolo nel 1996 ad essere coronato e riconosciuto dalla commissione europea come prodotto di origine protetta. Il colore rosso vivace, la sua forma allungata e il sapore caratteristico prevalentemente dolce salato, la scarsità di semi e la buccia facile da pelare hanno esaltato il valore di questo pomodoro dal carattere inconfondibile. Questo gioiello si coltiva in 41 comuni dell’Agro Sarnese-Nocerino in provincia di Salerno, di Napoli e di Avellino. La regione Campania ha avviato un azione di miglioramento delle linee genetiche pure di produzione che sono onerose e impegnative, consolidate dal consorzio di tutela che ne ha difeso il rilancio su base internazionale. Sappiamo che questa materia è parte integrante della dieta mediterranea e il suo sugo dona una forza e un sapore eccezionale alla pasta e alla pizza irrinunciabile a Italiani e turisti stranieri di tutto il mondo.


Il fiascone o Re Umberto

Altro gioiello del patrimonio della costiera Amalfitana è il pomodoro Re Umberto; si narra che questo nome venne dato da quando nel 1878 Umberto I di Savoia, Re d’Italia visitò Napoli per la prima volta. Viene localmente chiamato pomodoro “Fiascone” che è il padre del più conosciuto San Marzano nato da un incrocio con un altro pomodoro. E’ uno straordinario pomodoro da sugo o conserva coltivato in Italia per oltre un secolo. A Tramonti, in costiera Amalfitana era coltivato presso ogni famiglia ma negli anni ha subito un lento declino fino a quasi perderne la memoria. Per grazia di alcuni contadini locali i suoi semi sono stati custoditi preziosamente e donati all’Associazione Acarbio in modo da distribuirlo a quanti hanno a cuore il patrimonio della biodiversità. Questa varietà di pomodoro ancora considerata rara è conservata e protetta da alcuni conservatori di semi che fanno tesoro di questa ricchezza in vari paesi del mondo chiamati seed savers.


Il pomodorino Piennolo del Vesuvio d.o.p. 

Tra gli importanti prodotti tipici dell’agricoltura Italiana presenti sul territorio alle pendici del vulcano troviamo i cosiddetti “pomodorini” unici per qualità organolettiche. Il più famoso è “il pomodorino del Piennolo del Vesuvio d.o.p.” che raggruppa vecchie coltivazioni accomunate da simili caratteristiche qualitative. Gli agricoltori locali hanno attribuito a questi simili ecotipi vari nomi classificandoli per tipologie come “Fiaschella”, ”Lampadina”, “Patanara”,”Principe borghese” e “Re Umberto”, coltivati nello stesso territorio di origine.
Le peculiarità importanti di questi pomodorini sono l’elevata consistenza della buccia, l’alta concentrazione di zuccheri, acidi e altri solidi solubili che lo rendono un prodotto a lunga conservazione durante la quale nessuna delle qualità organolettiche subisce alterazioni. Questa ricchezza di proprietà è legata al suolo di natura vulcanica costituito da materiale piroclastico originato dagli eventi eruttivi del complesso Vesuviano.

I pomodorini vengono commercializzati in due forme: allo stato fresco e conservato “al piennolo”. Nel primo caso parliamo di frutti che hanno un colore rosso vermiglio, sono di forma ovale con apice appuntito, una buccia spessa e una pezzatura che non supera i 25 gr e il loro sapore è dolce acidulo. Nel secondo conservato in appesa chiamato appunto “al piennolo”; i piennoli o sciocche hanno un peso che varia da uno a cinque chilogrammi. L’antica pratica di conservazione “al piennolo” consiste nel legare tra di loro alcuni grappoli di pomodorini maturi fino a formare un grande grappolo che viene appeso in locali aerati assicurando così la conservazione del prodotto per tutto l’inverno in modo ottimale. Durante i mesi, anche se perde il suo turgore, il sapore diventa unico e delizioso. Questo metodo di conservazione permette di consumare il prodotto in modo perfettamente naturale fino alla primavera seguente.
In questo territorio il pomodorino per le sue qualità raggiunge livelli di eccellenza. Il territorio dove si coltiva è protetto e controllato per garantire un prodotto che viene utilizzato con grande versatilità nella cucina napoletana e italiana in generale.


La Denominazione di Origine Protetta d.o.p. “Pomodorino del Piennolo del Vesuvio” è stata riconosciuta, ai sensi del Reg. CE n. 510/06, con Regolamento n. 1238 del 11.12.09 (pubblicato sulla GUCE del 17.12.09).

Oggi sia il San Marzano che il Pomodorino del Vesuvio vengono commercializzati nelle varie forme sia freschi che pelati e al piennolo in tutta Europa e nei paesi oltre oceano dove i mercati richiedono questi prodotti particolarmente apprezzati per le loro caratteristiche uniche e ineguagliabili.

 

Fonti:

Sito agricoltura Regione Campania

Sito ufficiale pomodoro Re Fiascone

Pomodorini rossi: i veri gioielli della costiera Amalfitana
Vota questo post

Condividi