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Sapori autentici: le guance di suino nazionali

Curiosità culinarie, Ricette e Sapori Di 19 novembre 2025 Tags:, , , Nessun commento

Le guance di suino sono un taglio pregiato della cucina italiana, apprezzato per la loro morbidezza e il gusto intenso. Grazie alla naturale marezzatura, questo taglio risulta tenero e succoso, perfetto per le lunghe cotture. Inoltre, scegliere guance di suino nazionali significa sostenere la filiera locale, puntando su qualità e genuinità. Infatti, la presenza di grasso pregiato, che si scioglie in cottura, conferisce ai piatti carattere e succosità.

Le guance di suino nella cucina veneta

Nella tradizione veneta, le guance di suino sono protagoniste di ricette autentiche. Per esempio, si preparano:

  • brasate al vino rosso con erbe aromatiche,
  • stufate con verdure
  • in umido, accompagnate da polenta morbida, purè o funghi trifolati.

Inoltre, grazie alla loro consistenza vellutata, le guance diventano un secondo piatto raffinato se abbinate a un buon vino rosso. Così, sia nei pranzi di festa sia in cene informali, questo taglio conquista per morbidezza e intensità di sapore, combinando tradizione e gusto.

Cottura a bassa temperatura: il segreto della morbidezza

Per esaltare le guance di suino, la cottura sottovuoto a bassa temperatura rappresenta la soluzione ideale. Infatti, l’uso del roner professionale garantisce precisione, uniformità e preservazione degli aromi.

Inoltre, con questa tecnica si ottengono:

  • temperatura costante,
  • risultati uniformi,
  • aromi preservati e
  • una migliore gestione del servizio.

Pertanto, la carne rimane succosa e tenera, valorizzando al massimo questo taglio pregiato. Un grande valore aggiunto sia per menù alla carta che per banchetti e degustazioni.

Ricetta: guance di suino con orzo perlato

Ingredienti per 4 persone

  • 4 guance di suino nazionali da 150–180 g ciascuna

  • 300 g di orzo perlato

  • 1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano

  • uno spicchio d’aglio

  • 1 bicchiere di vino rosso tipo il Valpolicella Ripasso

  • 1 litro di brodo vegetale leggero

  • Olio extravergine d’oliva

  • Rosmarino, alloro, timo

  • Sale e pepe nero in grani

Procedimento

Pulire, dal grasso in eccesso, e condire con sale, pepe e un filo d’olio le guance di suino, cuocerle sottovuoto a 74°C per 12 ore o brasarle dolcemente in casseruola con verdure e vino.

Nel frattempo, ridurre il vino a salsa con un rametto di timo, cuocere l’orzo e mantecarlo con brodo.

Infine, rigenerare le guance con la salsa, glassarle e servire con orzo perlato, nappando con la riduzione e completando con germogli freschi o chips croccanti.

Un piatto che fa la differenza in cucina

Inserire le guance di suino in menù significa unire tradizione contadina e innovazione tecnica. Infatti, grazie alla cottura sous vide, lo chef garantisce qualità costante e tempi di servizio ottimizzati. Così, questo piatto diventa perfetto per menù degustazione, banchetti o proposte alla carta, offrendo ai clienti un’esperienza gastronomica raffinata e autentica.

Contattaci

Per ulteriori informazioni sui nostri prodotti sicuri e di qualità per la tua cucina, contattaci al numero 0422-752551 o scrivi a marketing@icebergitalia.it. Saremo lieti di risponderti!

Sapori autentici: le guance di suino nazionali
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Tradizione veneta a tavola: l’anatra allo spiedo con polenta

Ricette e Sapori, Terra e Mare Di 6 novembre 2025 Tags:, , , , Nessun commento

Novembre è arrivato e nelle campagne venete, la tradizione vuole trasportarci in un clima caratterizzato da profumi intensi e tavole addobbate di piatti regionali che scaldano lo spirito.
Di sicuro uno dei piatti tradizionali più amati è senza dubbio l’anatra cotta allo spiedo sulla brace. Di solito viene servita con la polenta gialla a fette e un contorno di funghi chiodini fumanti. Una preparazione antica, che unisce il sapore deciso della carne all’affumicatura leggera e irresistibile della cottura lenta sul fuoco vivo.

L’anatra

Per questa preparazione la scelta dell’anatra è fondamentale. In Veneto di solito si usa l’anatra muta , detta anche “barbagianni”, una razza rustica con carne saporita e meno grassa rispetto all’anatra di Pechino. La sua carne compatta è ideale per una cottura lunga e lenta allo spiedo e mantiene un gusto intenso ed equilibrato. Importante è che l’anatra sia di medie dimensioni sui 2,5 kg  così la cottura rimane uniforme e la carne non si asciuga.

La cottura allo spiedo

Prepariamo la carne che nel nostro caso sarà decongelata in frigo dal giorno prima. Insaporiamo la carne con un trito misto che abbiamo preparato con sale grosso pestato, pepe fresco, rosmarino e timo sminuzzati.
lo cospargiamo delicatamente all’interno e ungiamo le pareti massaggiandole con un velo di olio evo. Farciamo la pancia con delle foglie di alloro e dei rametti di rosmarino fresco e qualche foglia di salvia e se vi piace  uno spicchio d’aglio schiacciati. Infine leghiamo le zampe con dello spago da cucina per mantenerla unita durante la cottura.
Di seguito infilziamo nello spiedo l’anatra o più anatre in base alle nostre esigenze. Quando la brace sarà ben calda ma non esagerata iniziamo la cottura sul nostro girarrosto che girerà lentamente. Indicativamente il tempo di cottura si aggira sulle due ore per una pezzatura sui 2,5 kg. La pelle deve diventare croccante, invece la carne dentro dovrà rimanere morbida e bella succosa. Durante la cottura mettiamo un contenitore per raccogliere i grassi e i succhi che colano mentre si arrostisce. Usiamo il grasso colato per ungerla con un pennello per mantenerla più idratata e morbida.

Prepariamo la polenta

Per tradizione cuociamo la polenta nella ricetta classica. Versiamo a pioggia la farina di mais in una pentola capiente con due litri d’acqua salata. Mescoliamo energicamente con una frusta per evitare grumi. Cuociamo a fuoco basso per circa 45 minuti mescolando spesso. Per completare versiamo un filo di olio evo nella polenta quando sarà pronta. Se la vogliamo tagliare a fette la versiamo su un capiente tagliere o in una pirofila in acciaio unta leggermente sul fondo e la lasciamo intiepidire. Infine, tagliamola a fette spesse con un coltello se desideriamo grigliare le fette sulla brace per renderle croccanti. In alternativa la lasciamo nella pentola e la versiamo calda con un mestolo al momento.

Servizio

Disponiamo le fette di polenta sul piatto e adagiamo vicino l’anatra allo spiedo, nappando con il fondo di cottura raccolto. Un piatto rustico e sontuoso, perfetto da servire nelle giornate fredde e nelle domeniche d’autunno.

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Scopri i nostri prodotti

Disponibili nella nostra gamma una serie di prodotti di anatre intere, a busto, cosce lavorate o petti rifilati per il settore Ho.Re.Ca. I nostri prodotti a base di anatra sono selezionati, sicuri e pronti all’uso; perfetti per ristoranti, hotel e catering che vogliono offrire alla propria clientela un’esperienza di cucina autentica e raffinata:Anatra

 

Tradizione veneta a tavola: l’anatra allo spiedo con polenta
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Faraona busto nazionale: gusto e tradizione a tavola

Curiosità culinarie, Terra e Mare Di 8 settembre 2025 Tags:, , , , Nessun commento

La faraona ha una carne pregiata che unisce la morbidezza del pollame al sapore più deciso della selvaggina, che permette diverse proposte in cucina. Il busto nazionale è la parte centrale dell’avicolo privo di testa, zampe e completamente pulito. Le carni sono saporite e compatte, perfette sia per ricette tradizionali che per cotture e presentazioni più creative.

Origine, storia e qualità

La faraona è un volatile di origine africana, già conosciuta al tempo dei Greci e dei Romani che la apprezzavano sia per la sua carne saporita che come animale ornamentale nei giardini. Il suo nome ha origine in Egitto, dove veniva associata alla regalità. In seguito, durante il Medioevo, venne importata grazie ai Portoghesi e si diffuse in Europa attraverso vari incroci

In Italia si allevano oggi principalmente la faraona comune e la faraona grigia perlata. La carne magra, leggermente scura, ha un sapore che ricorda un incrocio tra pollo e selvaggina. Oggi è molto apprezzata nella cucina tradizionale italiana e francese.

Faraona busto nazionale: gusto e tradizione a tavola
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Baccalà mantecato: tradizione veneziana dal sapore delicato

Curiosità culinarie, Ricette e Sapori Di 20 giugno 2025 Tags:, , , , , , Nessun commento

Il baccalà mantecato è uno dei piatti simbolo della cucina veneziana: una ricetta semplice e ricca di storia, nata dal sapiente uso dello stoccafisso, cioè il merluzzo essiccato al vento, importato dai mari del Nord.

Le origini del baccalà mantecato

Nonostante il nome, il vero protagonista della ricetta è lo stoccafisso, essiccato naturalmente all’aria, che si differenzia dal baccalà salato. Lo stoccafisso venne introdotto in Italia dai mercanti veneziani dopo un naufragio alle isole Lofoten in Norvegia nel 1432. Da allora, grazie alla lunga conservabilità e al sapore unico, lo stoccafisso è diventato parte integrante della cucina veneta, dando vita a piatti tradizionali come il baccalà mantecato.

Come si prepara questa ricetta?

La preparazione del baccalà mantecato richiede pochi ingredienti ma molta passione, attenzione e pazienza, per ottenere la giusta cremosità:

Ingredienti principali:

  • 500 g di stoccafisso ammollato

  • 1 spicchio d’aglio (facoltativo) o un po’ di olio evo aromatizzato all’aglio

  • Olio di semi di girasole

  • Sale e pepe

  • Latte tiepido (opzionale)

  • Prezzemolo per guarnire

Metodo:

  1. Ammollo: lo stoccafisso secco va ammollato in acqua fredda per almeno 2-3 giorni, cambiando l’acqua frequentemente.

  2. Cottura: si lessa in acqua con due foglie di alloro e alcune fettine di limone, oppure nel latte, per circa 20-30 minuti, finché risulta morbido e si sfalda facilmente.

  3. Pulizia: si eliminano pelle e lische, tenendo solo la polpa in una terrina.

  4. Mantecare: tradizionalmente, la polpa veniva lavorata a lungo a mano, con un cucchiaio di legno o una frusta, in una terrina. Oggi con una planetaria si fa mantecare, versando l’olio a filo fino a ottenere una crema morbida e spumosa. Alcuni chef aggiungono della maionese fatta in casa per renderlo più cremoso e leggero. A piacere si può aggiungere un filo di latte tiepido per ammorbidire la consistenza e dargli volume.

  5. Servizio: si serve su fette o triangoli di polenta abbrustolita in padella o sulla piastra. Ottimo sul pane tostato come antipasto o cicchetto con l’aperitivo.

  6. Decorazione: per abbellire e dare profumo si può aggiungere timo fresco, o della scorzetta di limone o delle fettine di olive taggiasche denocciolate.

Curiosità e creatività

Il baccalà mantecato è ancora oggi un vanto della cucina lagunare, presente in ogni Bacaro veneziano e celebrato nelle sagre locali. Questo piatto unisce storia, tradizione, semplicità e gusto inconfondibile. Quando ben eseguita, questa ricetta è una vera raffinatezza che si abbina perfettamente a vini bianchi, sia fermi che frizzanti.  I turisti da tutto il mondo e anche chi è abituato a gustarlo lo apprezzano per la sua bontà. Oggigiorno gli chef più creativi hanno sperimentato nuovi abbinamenti per servirlo con altri ingredienti elaborati valorizzandolo come piatto gourmet. Per esempio, è ottimo accompagnato da petali di cipolla di Tropea affumicata al barbecue, oppure da avocado fresco, menta e lime.

Varianti

Lo stoccafisso è un prodotto eccezionale da lavorare che può essere trasformato in varie ricette veneziane e italiane. Per ottimizzare il lavoro in cucina, mantenendo la qualità e il gusto autentico del pesce pescato, Iceberg propone diverse tipologie di Baccalà pronto.

E voi avete qualche ricetta speciale con lo stoccafisso?

Per ulteriori informazioni, contattateci al numero 0422-752551 o scriveteci a marketing@icebergitalia.it. Saremo lieti di rispondervi.

Baccalà mantecato: tradizione veneziana dal sapore delicato
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Tecnica dell’affumicatura degli alimenti: un antico metodo di conservazione

Curiosità culinarie, Ricette e Sapori Di 9 giugno 2025 Tags:, , , Nessun commento

L’affumicatura degli alimenti è un’antica tecnica di conservazione che ha attraversato i secoli, evolvendosi e mantenendo intatto il suo fascino grazie alla sua efficacia e al suo impatto sensoriale. Nata dall’esigenza di prolungare la durata degli alimenti in un’epoca priva di refrigerazione, questa pratica si è trasformata nel tempo in una vera e propria arte culinaria, capace di conferire ai cibi aromi intensi, note complesse e un’identità unica.

In Europa si utilizzava l’ontano, ma oggi si prediligono legni come la quercia e il faggio. Il fumo arricchisce i prodotti lavorati trasferendo le essenze e i profumi del legno impiegato. Se comunemente si pensa al pesce e alla carne, anche formaggi e verdure vengono affumicati sin dall’antichità.

Le origini dell’affumicatura

Le prime tracce dell’affumicatura risalgono alla preistoria, quando l’uomo scoprì che esporre carne e pesce al fumo del fuoco ne rallentava il deterioramento. Nei secoli, la tecnica si è diffusa in tutto il mondo, assumendo forme diverse a seconda delle culture: dai salmoni affumicati dei popoli nordici, ai salumi stagionati delle zone appenniniche italiane, fino al pesce essiccato e affumicato delle cucine asiatiche.

Come avviene l’affumicatura?

L’affumicatura consiste nell’esporre gli alimenti al fumo generato dalla combustione lenta di legni non resinosi come faggio, quercia, rovere, ciliegio o melo. Le sostanze aromatiche sprigionate dal fumo penetrano nella superficie degli alimenti, contribuendo non solo alla conservazione, ma anche alla formazione di un gusto caratteristico e persistente.

Tecnica dell’affumicatura degli alimenti: un antico metodo di conservazione
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Arrosticini di ovino abruzzesi: Il gusto autentico della tradizione

Curiosità culinarie, Novità Di 22 maggio 2025 Tags:, , , , , , Nessun commento

Se parliamo dell’Abruzzo, e della sua cucina si pensa subito agli arrosticini. Veri protagonisti delle tavole locali, questi piccoli spiedini di carne ovina sono diventati un’icona della cucina abruzzese e un must per chi cerca autenticità e sapore. Da oggi, puoi portarli nel tuo locale con tutta la loro genuinità, offrendo ai tuoi clienti un prodotto che sa raccontare una storia di territorio, qualità e passione.

Il fiore all’occhiello della tradizione

Gli arrosticini artigianali che proponiamo sono realizzati a mano, secondo la ricetta tradizionale, utilizzando carne ovina di alta qualità. Sono il frutto di un sapere antico, tramandato da generazioni: un prodotto che parla di pascoli, aria pulita e lavorazioni lente e artigianali. La carne ovina include agnello, pecora e montone. In particolare, il termine “pecora” si riferisce, in senso stretto, alla femmina adulta dell’animale, a conferma della cura con cui selezioniamo le materie prime.

Naturali, teneri e sfiziosi

La semplicità è la loro forza: solo carne ovina tagliata a coltello e infilata a mano su spiedini in legno di bambù. Nessun additivo, nessun compromesso. Solo gusto autentico e una consistenza tenera che si scioglie in bocca. Grazie alla qualità della materia prima e alla lavorazione attenta, questi spiedini mantengono un colore roseo, un aroma invitante e un sapore delicato. Ideali per grigliate all’aperto, aperitivi rustici o come piatto principale, gli arrosticini sono perfetti per arricchire il tuo menù con una proposta sfiziosa e versatile. Teneri, succosi e irresistibili in particolare se serviti caldissimi, magari accompagnati da un calice di buon vino.

Un’esperienza da proporre ai tuoi clienti

Gli arrosticini non sono solo un piatto: sono un’esperienza. Offrirli nel tuo ristorante, agriturismo o durante un evento all’aperto significa dare valore al cliente con un prodotto tipico, facilmente riconoscibile e apprezzato da tutti. Puoi servirli come piatto principale o come finger food da passeggio, ideali per menù a tema regionale, catering o eventi street food. Il loro profumo alla brace, il formato pratico e la possibilità di mangiarli senza posate li rendono perfetti per occasioni informali e social.

Scegliere gli arrosticini Tornese significa affidarsi a una famiglia che, da tre generazioni, valorizza la carne ovina abruzzese con serietà e competenza.

Pratici da conservare e pronti da cucinare

I nostri arrosticini confezionati sono disponibili in cartoni da 5 confezioni da 1 kg, ciascuna contenente 45 spiedini pronti da cuocere. Una soluzione pratica e versatile per ristoranti, agriturismi e locali che vogliono ottimizzare i tempi in cucina senza rinunciare all’autenticità. Grazie al confezionamento intelligente, potrai conservare il prodotto con facilità e utilizzarlo secondo le esigenze del tuo servizio.

Per esaltare davvero il gusto autentico degli arrosticini, il consiglio è uno solo: fornacella o griglia rovente, pochi minuti per lato e il gioco è fatto. Il profumo che si sprigiona è irresistibile, un invito a tavola che nessuno può ignorare.
Vuoi aggiungere un tocco gourmet? Prova a marinare la carne con olio extravergine d’oliva, timo e rosmarino fresco: bastano pochi ingredienti per trasformare ogni spiedino in un piccolo capolavoro. E se hai la fortuna di cuocerli su carbone naturale, preparati a una vera esplosione di sapore.
Niente barbecue? Nessun problema: anche una bistecchiera in ghisa saprà regalarti ottimi risultati, crosticina perfetta compresa.
Il tocco finale? Un pizzico di sale, un calice di vino a piacere e… servili bollenti, perché gli arrosticini, come le emozioni vere, vanno vissuti sul momento.

In Iceberg li trovi tra le carni ovine: ARROSTICINI

Se desiderate ulteriori informazioni, non esitate a contattarci allo 0422-752551 o a scriverci all’indirizzo email marketing@icebergitalia.it. Saremo lieti di rispondervi.

Buona grigliata!

Arrosticini di ovino abruzzesi: Il gusto autentico della tradizione
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Gli asparagi bianchi sono arrivati: è primavera!

Curiosità culinarie, Novità Di 23 aprile 2025 Tags:, , , , , Nessun commento

Gli asparagi appartengono alla famiglia delle Liliaceae e si distinguono tra loro soprattutto per l’aspetto, il sapore e il tipo di coltivazione. Il termine “asparago” deriva dal greco aspharagos, che significa “germoglio” e identifica sia l’intera pianta che i singoli germogli. La pianta è dotata di rizomi, i fusti che crescono sotto terra formando un reticolo; da essi si diramano i turioni, che sono la parte commestibile della pianta.

Asparagi bianchi: versatilità e vantaggi del surgelato in iqf

Gli asparagi bianchi sono un ingrediente pregiato e distintivo della cucina italiana, apprezzati per il loro sapore delicato e la loro consistenza morbida. Sono diffusi soprattutto nel Nord Italia, e in particolare in Veneto, anche se sono iniziate coltivazioni in altre regioni.

I più famosi, quelli bianchi sono i seguenti: l’asparago bianco di Zambana De.Co., l’asparago bianco di Cimadolmo IGP, l’asparago bianco di Badoere IGP, il nobile asparago bianco di Verona, l’asparago bianco di Bassano del Grappa DOP (dal 2007), l’asparago bianco di Cantello. Questi ortaggi primaverili sono protagonisti di numerose ricette raffinate e tradizionali.

In cucina

Grazie alla loro versatilità, questi ortaggi si prestano a molteplici preparazioni culinarie. Possono essere gustati semplicemente lessati e conditi con burro fuso e formaggio grattugiato, oppure accompagnati da uova e salse delicate, come la classica salsa bolzanina. Sono perfetti per arricchire risotti cremosi, vellutate e persino piatti di pesce, dove il loro sapore si armonizza con delicatezza.

Gli asparagi bianchi sono arrivati: è primavera!
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Il Lardo di colonnata di “Pata negra”: conosci questa specialità?

Curiosità culinarie, Ricette e Sapori Di 26 marzo 2025 Tags:, , , , Nessun commento

Il lardo è il prodotto della salagione, aromatizzazione e stagionatura dello strato di grasso che si trova appena sotto la cute del maiale. Questo taglio grasso del maiale si preleva dal collo, dal dorso e dalla parte alta dei fianchi dell’animale. C’è chi lo ama o lo odia, ma il lardo è una delle specialità più succulente della cucina italiana. Tra i più buoni al mondo, ci sono il lardo di Colonnata e quello di Arnad. Questo salume viene stagionato insaporendolo con sale, erbe e spezie. Il risultato è morbido e delicato, si scioglie in bocca.

La Tradizione di Colonnata 

Il più conosciuto è probabilmente il lardo di Colonnata che, per il suo gusto unico e la sua delicatezza, ha reso famosa la località toscana da cui prende nome. Un altro tipo è il lardo di Arnad che, a differenza del precedente, viene stagionato in vasche di legno e insaporito con aromi come ginepro, alloro, noce moscata, salvia e rosmarino.

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La Stagionatura in Conca di Marmo

Il processo di stagionatura in conca di marmo segue un metodo tradizionale toscano, utilizzato per il celebre lardo di Colonnata. Le lastre di marmo permettono una maturazione lenta e uniforme, esaltando le caratteristiche del grasso senza alterarne la struttura. Durante la stagionatura, che dura diversi mesi, il lardo viene massaggiato con una miscela di sale marino, spezie, erbe aromatiche e aglio, che ne arricchiscono il profilo gustativo.

Storia e usi in cucina

Anticamente il lardo veniva consumato più frequentemente, perché la povertà dei contadini non gli permetteva di accedere all’olio d’oliva, il cui costo era molto elevato. Oggi il lardo in cucina si usa in preparazioni particolari, realizzate in specifici periodi dell’anno e quotidiane, per insaporire zuppe di ceci o fagioli, risotti o minestre di verdura.

Inoltre, molte sono le possibilità offerte dalla nostra gastronomia per valorizzare il lardo; dai crostini al lardo, ottimi per aprire un pranzo o per il brunch, ai contorni con patate al lardo e formaggio, ai primi piatti saporiti e calorici, dai famosi Agnolotti alla Piemontese, ai Tortelloni Senesi, alle lenticchie alla abruzzese.

Si potrebbe proseguire a lungo, passando ai secondi piatti di carne: un vitello alla marchigiana o anche un gustoso spezzatino di manzo marinato con le erbe cotte. Si abbina in molte preparazioni con la polenta, sia morbida che arrostita alla piastra e tagliata a fette.
Ideale, tagliato sottile, per avvolgere grissini al sesamo o gamberoni sgusciati da cuocere sotto il grill in forno o alla salamandra.

L’origine del Suino Pata Negra

Il suino iberico, noto per la sua carne marezzata e il sapore intenso, viene allevato allo stato brado nelle dehesas della Spagna. Si tratta di un ecosistema derivato dal bosco mediterraneo, costituito da querce, lecci, sugheri e faggi, con uno strato erboso dove i suini si nutrono prevalentemente di ghiande. Questa alimentazione contribuisce a conferire al grasso un’aromaticità straordinaria e una ricchezza di acidi grassi insaturi, simili a quelli dell’olio extravergine d’oliva.

Caratteristiche e degustazione

Il Lardo di Suino Pata Negra si presenta con una texture vellutata e un gusto inconfondibile, in cui si fondono note dolci e leggermente speziate. Possiamo dire che si scioglie al palato, tagliato sottile, ed è ideale per diverse preparazioni:

  • A fettine sottili su pane caldo: leggermente tostato per gustarne la purezza e la cremosità.
  • Abbinato a formaggi stagionati: servito con miele e frutta secca, per un contrasto di sapori raffinato.
  • Come ingrediente per insaporire primi piatti e arrosti: grazie alla sua capacità di fondere e avvolgere gli altri ingredienti con la sua untuosità.

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Gastronomia

Il Lardo di Suino Pata Negra stagionato in conca di marmo è un prodotto di alta gastronomia, che esprime al meglio l’incontro tra culture culinarie diverse. Perfetto per gli intenditori e per chi cerca sapori autentici, rappresenta un’esperienza sensoriale senza eguali, da scoprire fetta dopo fetta.
In Iceberg trovi il Lardo di Pata Negra toscano stagionato in conca di marmo seguendo la tradizione.

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Il Lardo di colonnata di “Pata negra”: conosci questa specialità?
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Le Frittelle Veneziane: Storia e Tradizione del Carnevale

Curiosità culinarie, Ricette e Sapori Di 24 febbraio 2025 Tags:, , , , Nessun commento

Le frittelle veneziane, conosciute anche come Fritole, sono uno dei dolci simbolo del Carnevale di Venezia. Queste deliziose palline di pasta fritta, morbide e profumate, affondano le loro radici nel passato della Serenissima e ancora oggi sono protagoniste delle tavole veneziane e anche di molte regioni. Scopriamo insieme la loro storia, le varianti più diffuse e il loro posto nella tradizione contemporanea.

Origini e Storia delle Frittelle Veneziane

La storia delle Fritole risale almeno al XVI secolo, quando la Repubblica di Venezia era all’apice della sua potenza. Si trattava di un dolce così popolare che, per un lungo tempo, venne considerato il dolce nazionale della Serenissima.

Le prime tracce scritte di questa ricetta si trovano nel “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino, cuoco del Quattrocento, e successivamente in testi del Cinquecento, tra cui le opere di Bartolomeo Scappi, cuoco personale di Papi e nobili. Le frittelle venivano preparate nelle calli veneziane dai cosiddetti “Fritoleri”, artigiani specializzati nella preparazione di questo dolce, che spesso tramandavano il mestiere di padre in figlio.

Varianti delle Frittelle Veneziane

Con il tempo, la ricetta ha subito variazioni, adattandosi ai gusti e alle influenze gastronomiche di diverse epoche e regioni. Oggi esistono diverse versioni delle Fritole:

Le Frittelle Veneziane: Storia e Tradizione del Carnevale
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La Trota Salmonata Iridea: La Regina di San Daniele

Novità Di 22 febbraio 2025 Tags:, , , , Nessun commento

La Regina di San Daniele: un’eccellenza italiana, la trota salmonata affumicata a freddo con legni pregiati, bacche ed erbe aromatiche, lavorata artigianalmente e tagliata in lunghe fette a mano.
La Trota Affumicata San Daniele è riconosciuta “Prodotto Agroalimentare Tradizionale” italiano.

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Una storia lunga oltre 40 anni prende vita grazie all’azienda FriulTrota, che ha iniziato sperimentando l’allevamento della trota iridea salmonata (Oncorhynchus Mykiss). Quella che era una semplice sperimentazione si è trasformata nel tempo in un mestiere svolto con passione e dedizione.

Grazie a una sapiente affumicatura, infatti, questa pregiata specie regala fragranze avvolgenti e raffinate, esaltando il gusto autentico della trota salmonata, apprezzata per le sue carni magre e compatte.

Prodotta nel pieno rispetto dell’ambiente e dei ritmi naturali, questa specialità conserva tutta la sua autenticità. Per mantenere intatte le caratteristiche nutrizionali, le trote vengono lavorate subito dopo la pesca, utilizzando metodi tradizionali e solo ingredienti naturali.

L’affumicatura, eseguita secondo procedimenti artigianali, utilizza farine di legno pregiato, bacche ed erbe aromatiche. Questo processo valorizza le qualità organolettiche del pesce, preservandone il contenuto naturale di Omega 3, e offrendo un prodotto genuino e di straordinaria qualità.

“La Regina del Friuli”: tradizione, qualità e sostenibilità

Nel cuore del Friuli Venezia Giulia, tra sorgenti cristalline e un paesaggio incontaminato, nasce “La Regina del Friuli”: una trota salmonata iridea che rappresenta il perfetto connubio tra tradizione e innovazione. Infatti, questo prodotto di eccellenza si distingue non solo per il suo sapore unico e raffinato, ma anche per il metodo di allevamento sostenibile e, soprattutto, per la lavorazione artigianale che lo rendono davvero inimitabile.

Allevamento nelle acque pure del Friuli

Le trote salmonate iridee “La Regina del Friuli” vengono allevate in ambienti naturali, immersi in una regione nota per la purezza delle sue acque sorgive. I bacini di allevamento, alimentati da fonti costanti di acqua fresca e ricca di ossigeno, ricreano condizioni ideali per la crescita sana delle trote. Ogni fase dell’allevamento, dai bacini immersi nella natura incontaminata alle cure quotidiane, riflette un profondo rispetto per l’ambiente. Il risultato? Una trota genuina e sostenibile. L’alimentazione delle trote è attentamente bilanciata e priva di OGM, per assicurare una carne compatta, dal colore delicato e dal gusto naturalmente intenso. Il rispetto del ciclo biologico delle trote, unito alla cura dei dettagli, contribuisce a creare un prodotto dalle caratteristiche organolettiche eccellenti.

Trota-Regina-Iridea-Salmonata-del-Friuli

Trota-Regina-Iridea-Salmonata-del-Friuli

Lavorazione artigianale per un gusto unico

Dopo l’allevamento, infatti, le trote vengono pescate e lavorate con tecniche artigianali che ne esaltano la qualità e il sapore. Inoltre, ogni passaggio della filiera, dalla selezione alla filettatura, è effettuato con cura e attenzione, mantenendo intatte le proprietà nutrizionali e il sapore autentico del pesce.

La Regina del Friuli è disponibile in confezioni da 500-600 gr, con un’affumicatura naturale che avviene grazie all’uso di legni pregiati. Questo processo conferisce alla trota un sapore delicato e un gusto avvolgente, perfetto per arricchire ogni piatto con un tocco di eleganza.

Tradizione e innovazione al servizio del gusto

“La Regina del Friuli”, in conclusione nasce da una storia che parla di rispetto per la natura, per la pesca e amore per il proprio territorio e passione per l’eccellenza. Inoltre, in cucina che sia protagonista di un piatto gourmet o servita in preparazioni semplici, questa trota salmonata iridea saprà conquistare anche i palati più esigenti. Scopri “La Regina del Friuli” e lasciati trasportare in un viaggio di sapori autentici e sostenibili, dove ogni boccone è un’esperienza che racconta la magia del Friuli Venezia Giulia.

Per informazioni, contattaci allo 0422 752551 o scrivi a info@icebergitalia.it

La Trota Salmonata Iridea: La Regina di San Daniele
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